Comunicato Stampa 22 ottobre 2016
Comunicato stampa
Solo martedì 18 ottobre, i tecnici PAT ci hanno consegnato una parte della documentazione tecnica richiesta in data 22 settembre e ribadita nella “conferenza tecnica di consiglio comunale” del 3 ottobre.
In quell’occasione l’assessore Mellarini dichiarò che sarebbero stati solleciti a fornire il tutto ma stranamente rammentava che la norma prevede per queste richieste 30 giorni di tempo. Dopo oltre 15 giorni, si può quanto meno dedurre che quel materiale non era immediatamente disponibile.
Anche le slide non erano assolutamente esaurienti ed in grado di permettere una progettazione con dati numerici lungo tutto il percorso di caduta. Sempre in tale conferenza tecnica abbiamo ufficialmente appreso che in data 12 luglio erano state contattate 7 ditte e che il 25 luglio tale appalto era stato assegnato alla ditta Misconel. Senza dover fare la cronistoria, abbiamo l’impressione che la PAT e il sindaco, emanavano risposte evasive che oscillavano tra il non so niente e che la notizia doveva rimanere riservata per non intralciare l’attività di assegnazione dei lavori. In tutti gli incontri pubblici e diretti con il comitato, l’assessore Mellarini e l’ingegner De Vigili sono riusciti a evitare domande specifiche, e si sono ben guardati di informarci tempestivamente su questo passo fondamentale. Nemmeno i loro dirigenti hanno avuto il coraggio di dire la verità. Per l’ennesima volta dichiariamo che i cittadini sono stati presi in giro, sia noi, che i moriani che hanno partecipato alle assemblee e sopratutto i tecnici che hanno collaborato con il comitato con un dispendio di energie e di denaro. Presumiamo che il loro obiettivo è superare indenni da sospensive il prossimo pronunciamento del Tar del 27 ottobre senza dare spazio a possibili pericoli che potrebbero far emergere problemi in tal senso. Tutto questo ci motiverà per andare fino in fondo anche oltre tale data, nella verifica di comportamenti e di responsabilità ad ogni livello.
Segnaliamo che abbiamo più volte cercato di contattare il Presidente Rossi, non ultimo in data 7 ottobre in un incontro breve ed occasionale presso il palazzo provinciale si dichiarò disponibile a tal punto che ci invitò a scrivere direttamente alla sua e mail privata per evitare le lungaggini insite nel canale formale della sua segreteria. Ma ad oggi, non abbiamo mai ottenuto nessuna risposta.
Il Comitato crede che l’assessore Mellarini, possa aver coinvolto il Presidente a fatto compiuto vincolandolo ad un’istituzionale condivisione per evitare una crisi di maggioranza in Giunta Provinciale. Questo porterebbe a una non remota eventualità che in futuro saranno il Presidente Rossi, sindaco e tecnici che hanno eseguito le sue volontà politiche a pagarne possibili conseguenze.
Rimarchiamo il fatto che la relazione di calcolo integrativa all’allegato 014 del progetto depositato e che doveva verificare l’allungamento senza preventiva simulazione del tomo ad est di circa 40 metri avrebbe dovuto raccogliere le traiettorie che si sarebbero scaricate a valle dopo aver eliminato il tomo/paramassi di oltre 70 m previsto dal precedente progetto PAT sopra la strada per Montalbano come da simulazioni presenti sempre nella relazione 014. In merito a ciò mercoledì 19 ottobre alla presenza di un rappresentante dell’ufficio legale PAT ci è stato comunicato che per la consegna di questo elaborato, già da tempo ultimato e presente nel dipartimento, non ci verrà fornito in quanto la nostra richiesta, secondo la PAT, è stata fatta il 3 ottobre ed il termine di trenta giorni previsto dalle norme sulla trasparenza evocate anche dall’assessore non è ancora scaduto. In realtà la richiesta ufficiale via pec per avere la documentazione tecnica risale allo scorso 22 settembre pertanto la scadenza sarebbe il 22 ottobre.
Non ci è pervenuta nessuna risposta rispetto al chiarimento sulle verifiche sia nel calcolo delle traiettorie ed energie di caduta massi, e nessuna in merito al fatto se avessero considerato la componente sismica.
Ci hanno altresì ribadito che anche per la consegna della documentazione degli atti amministrativi ufficiali dell’affidamento dei lavori effettuato il 27 luglio scorso che sono ormai una semplice fotocopiatura, dovremo aspettare ancora perché la nostra richiesta risale al 3 ottobre, il termine dei trenta giorni, secondo gli uffici provinciali, scadrebbe il 2 di novembre che è casualmente oltre la data di udienza del TAR per un ricorso presentato da un proprietario di terreni interessati dal progetto vallotomo. Auspichiamo che di ciò giunga voce ai giudici dl TAR, considerata la situazione di impossibilità materiale, stante la tardiva e riteniamo ormai giudicabile come tempisticamente calcolata consegna del materiale, che ci impedisce progettazioni alternative.
Il Comitato è disponibile a condividere tutto il materiale fin’ora raccolto a chiunque ne voglia fare utilizzo e tutte le nostre riflessioni per quanto concerne:
-
l’utilizzo strumentale della procedura di somma urgenza relativa ad un singolo masso roccioso di dimensioni eccezionali estesa ad arte su un tratto di versante ben più ampio al solo scopo di realizzare un’opera ad altissimo impatto ambientale irreversibile senza il doveroso rispetto delle norme previste per la procedura ordinaria;
-
le problematiche discutibili di tale progettazione, quelle antisismiche che appaiono assenti o comunque sottovalutate. Anche nell’ultimo materiale fornitoci, pur su nostra specifica richiesta non hanno scritto nulla, fatto che riteniamo grave e preoccupante. A questo punto diventa doveroso chiedere la stessa consulenza al CNR al pari di quella richiesta per il futuro vallo tomo delle Sarche. Tale istituto, può essere titolato ad una consulenza che può essere estesa a tutto il fronte da Mori Vecchio a Ravazzone. A nostro avviso, vista la stabilità del masso, documentata dal monitoraggio, si ritiene opportuna una sospensione per avere la loro risposta.
-
Altre problematiche progettuali sono collegate alla stabilità dello stesso vallo tomo e quindi è nostra fondata opinione che sia per noi doveroso verificare i dati contenuti nel documento che ci è stato “tempisticamente” negato. Relativamente alle simulazioni che strumentalmente vengono definite verifiche applicate alla nostre alternative, chi legge con occhio attento e guarda il nostro volantino scoprirebbe che la nostra proposta colloca lo sbarramento ad oltre 20m a monte della zona indicata dai tecnici della Protezione Civile, i quali quindi hanno solo riciclato i loro errori attribuendoli alla nostra proposta.
Il Comitato continuerà il suo lavoro di verifica puntuale della possibilità che sia nelle varie determinazioni amministrative, compreso l’affidamento dei lavori e di cui pare ci verrà data documentazione l’ultimo giorno utile per le norme sulla trasparenza, ma 5 giorni dopo l’ultima data utile per portarlo a conoscenza nell’udienza del TAR. A titolo sempre di opinione che proveremo a dimostrare, si ritiene che nell’impianto tecnico progettuale vi siano possibili presupposti di falso ideologico con possibili conseguenze di un causato danno ambientale e di danno erariale. Onde evitare di innescare qualsiasi suscettibilità od altro, si ritiene opportuno precisare che queste e le future riflessioni sono opinioni espresse a titolo personale e che, chi non ritiene siano veritiere o diverse potrà in auspicabile completa libertà confutare con ogni legittimo strumento.
Mori, 22 ottobre 2016