IRRESPONSABILITA’ IPOCRISIA E ARROGANZA DELLA POLITICA SUL VALLOTOMO DI MORI

Abbiamo ricevuto con immenso piacere la lettera di Bruno Veronesi.

Lo ringraziamo e speriamo che anche i quotidiani decidano di pubblicarla.

Sono un abitante di Mori che non abita sotto il pericolo di crollo del diedro, ma che ha amici e parenti che sotto quel pericolo ci vivono, non faccio parte ne della tribù delle fratte ne del Comitato Davicoloavicolo ma dei quali condivido completamente la loro battaglia in difesa della sicurezza dei cittadini nel rispetto della storia e del territorio, non faccio parte di nessun partito o movimento anarchico o politico coinvolto, ma non voglio nemmeno far parte di quella “maggioranza silenziosa” che in molti in questi giorni con interventi sulla stampa intendono strumentalmente ed in modo speculativo appropriarsi della loro “non”voce.

Io penso e sostengo che chi fa silenzio non dice niente! Nessuno può permettersi e sostenere che chi non dice niente è una maggioranza favorevole o non favorevole ad una soluzione o ad un’altra ! Non voglio in questo momento approfondire dal punto di vista tecnico le varie soluzioni, vallotomo o messa in sicurezza del diedro e altre soluzioni di difesa, anche se un idea ben precisa me la sono fatta partecipando alle varie assemblee e leggendomi tutta la documentazione e le proposte avanzate, arrivando alla conclusione che il vallotomo che si sta costruendo è un opera mostruosa devastante e sproporzionata rispetto alle alternative possibili, ora è assolutamente necessario e possibile intervenire immediatamente al bloccaggio del diedro e contemporaneamente predisporre delle opere di difesa veloci mettendo nel frattempo tutti gli abitanti interessati in sicurezza evaquandoli per il tempo necessario alla conclusione dei lavori In questi giorni dopo la forte provocazione fatta con l’occupazione del municipio da parte di alcune persone esasperate per l’atteggiamento di chiusura e non collaborazione da parte delle amministrazioni comunali e provinciali, si sono susseguite una serie di prese di posizione sulla stampa che esprimevano sdegno e indignazione rispetto a quanto accaduto, cittadini di Mori, politici, dipendenti del comune di Mori, ex sindacalisti ed ex sessantottini che forse si sono dimenticati della loro storia di lotta, tutti al grido di attentato alla democrazia e al rispetto delle istituzioni democraticamente elette. Quanta ipocrisia, distanza e miopia in quelle prese di posizione rispetto a quanto realmente sta accadendo a Mori, la democrazia è si il rispetto delle regole e delle istituzioni, ma chi è chiamato legittimamente al governo delle istituzioni, per primo ha il dovere di rispettare tali regole democratiche, confrontandosi realmente con i cittadini, non facendo finta di ascoltarli come è accaduto in questa vicenda!

La vera indignazione e sdegno da parte dei cittadini di Mori dovrebbe essere rivolta verso quei politici, sindaci, assessori comunali e provinciali, responsabili dei servizi per la sicurezza dei cittadini, che per tanti anni pur ha conoscenza del pericolo che incombeva su Mori, (dal 2007 con la perizia del geologo Belloni ) non ha fatto niente o poco più di qualche atto burocratico, affrontando la situazione di pericolo con troppa superficialità, lentezza leggerezza e grave irresponsabilità nei confronti della sicurezza dei cittadini di Mori. Amministrare democraticamente non è come ho letto in vari interventi dare “carta bianca” a chi ha ricevuto con il voto la delega di governare, le scelte in particolare quelle che creano situazioni complicate da gestire e che maggiormente incidono nella qualità della vita di una comunità come la sicurezza dei cittadini, la tutela del territorio e dell’ambiente in cui la comunità vive, devono essere discusse e condivise ricercando concretamente fino in fondo il massimo della partecipazione e consapevolezza nelle scelte da fare.

A Mori sul problema della sicurezza dei cittadini questo non è avvenuto, l’amministrazione comunale e provinciale ha cercato la strada più semplice con la procedura della “somma urgenza”per evitare intoppi possibili e per cercare di colmare e nascondere le proprie mancanze, tutti quei gravi ritardi, gravi inadempienze e superficialità accumulate in 10 anni di tempo da quando il problema della sicurezza era stato individuato.

Troppe volte la “moltitudine silenziosa” di Mori ha assistito inerme all’uso di una democrazia distorta di chi interpreta il mandato democratico del voto come un investitura insindacabile alla quale è concesso tutto, ricordo solo alcuni “disastri” urbanistici e ambientali come il recente indecente rifacimento della Piazza Cal di Ponte, o l’intonacatura del campanile della chiesa che per fortuna ora è stato riportato alla sua originalità storico architettonica, l’edificazione in pieno centro storico di edifici che nulla hanno a che vedere con il valore di un centro storico come ad esempio il condominio Modena, la ex sede della coop in via Teatro o la ex sede della coop in piazza di Mori Superiore, o negli anni passati l’eliminazione del “Spiazz della Fera” o nel passato alla eliminazione del lago di Loppio, tutte opere e operazioni calate dall’alto di poteri forti o logiche di interessi privati molte volte in interessata complicità con la politica.

Solo dopo il danno e il disastro la “moltitudine silenziosa” di Mori ha capito e mugugnando ha disapprovato, troppo tardi!

E forse è tardi anche adesso, oggi i lavori per la devastazione dei terrazzamenti sono iniziati, penso che nessuno si butterà sotto le ruspe per fermarle, e purtroppo Mori assisterà ancora una volta alla prova di forza di interessi forti che in nome della legittimità istituzionale e per la sicurezza dei moriani, con l’arroganza del poter e dei potenti cancellerà devastando un territorio e la sua storia, un pezzo di Mori, ignorando denigrando e irridendo chi con ostinazione ha cercato il dialogo e il confronto vero, cercando di far capire anche con proposte concrete e non campate in aria che sicurezza e salvaguardia del territorio possono essere coniugate assieme.

Mi auguro che quando sarà il momento di rinnovare fiducia e consenso alla classe politica moriana e provinciale, i cittadini di Mori prima di entrare nell’edificio delle scuole elementari dove democraticamente eserciteranno il proprio dovere di cittadini, diano uno sguardo verso la chiesa di MonteAlbano ed osservino la devastazione perpetrata al territorio delle fratte, ci si ricordi della arroganza con la quale la classe politica che ci ha governato ha gestito il territorio, si rammentino delle assurde parole dell’attuale sindaco che difendeva la distruzione dei terrazzamenti dichiarando che non si tratta di devastazione ma di un “cambio morfologico del territorio” , è come dire, ti do un pugno facendoti un occhio nero, ma tu non devi dirmi che ti ho fatto male perché in realtà ti ho solo fatto un “cambio morfologico” al colore della pelle.

Veronesi Bruno

 

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Un pensiero su “IRRESPONSABILITA’ IPOCRISIA E ARROGANZA DELLA POLITICA SUL VALLOTOMO DI MORI

  • Febbraio 18, 2017 in 12:43 pm
    Permalink

    Una descrizione esatta, puntuale ed esaustiva della realtà in cui versa la città di Mori.
    Abbasso la viltà della maggioranza silenziosa.
    W gli EROI che hanno difeso le sacre Fratte fino all’ultimo, ed esasperati dall’ARROGANZA e STUPIDITA’ del Potere di piazza Dante, hanno occupato il Comune.
    Il Sindaco Barozzi non conta un cazzo: è un miserabile burattino di quelli di Trento.
    Continuare ed esasperare la lotta.
    Resistere, Durare nel tempo, Rispondere colpo su coloo.
    SAIANI ALDO, TRENTO.

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